A.C. Simonini, 1978
Grazia Deledda scriveva le pagine più belle, ascoltando il suono misterioso e lontano delle “Luneddas”: interpretava i segni e le misteriose ombre notturne vaganti controluce e le voci dei pastori barbaricini che vegliavano le greggi fra i boschi di quercia e di sughero. Si spargeva l’odore del latte cagliato e delle ginestre fiorite; mescolato all’asprigno odore di lana da poco tosata, l’odore di tabacco. Luoghi e personaggi dell’antica Sardinia, abitatori delle città nuragiche, si vestivano di antiche costumanze e di voci di un idioma unico al mondo.
Ed io, con lei, leggendo quelle storie, rivivevo il tempo e il gesto del popolo patriarcale intensamente e con la stessa partecipazione corale.
Ricordo come, nel gioco d’una trasposizione mentale, navigassi lungo le coste di quell’isola e coi pescatori raccogliessi le spugne e i coralli dal fondo del mare e come giocassi tra le reti per uccidere il tonno.
La luna, compagna dei pastori, mi sembrava diversa dalla luna della mia valle e il silenzio infinito e leopardiano mi circondava con brevi sussulti.
Questo sognare, mai confessato, confesso di averlo rivissuto alla presenza delle opere scultoree di Vittorio Mameli. Egli, come Grazia Deledda, ripresenta, nel suo programma artistico, le leggende millenarie e le illustra con una partecipazione totale alla regola civile del Sardo-padrone e fratello del cielo, della terra, dell’acqua e del fuoco.
Come all’Era degli antichi popoli dell’aspro Gennargentu.
Offre, al raccontare della propria anima, il legno del bosco antico e guida la mano nel rito artigianale primitivo, discoprendo dentro il volume la presenza più vera dell’uomo che vive nell’isola.
Sacerdote della nuova storia popolare egli coglie nei gesti semplici del pastore e dell’agricoltore il sentimento del nascere e del morire, il vero significare del vivere dentro Natura e come l’antico Sacerdote coglie nei mutamenti fisici il segno del Tempo e del Destino.
Nei colori squillanti, il gesto vive con la sua musicale freschezza e propone di penetrare, entro i meandri del “Significato”, tutte le possibili coerenze dello spirito semplice.
Quelle coerenze essenziali del vivere/uomo/partecipe delle stagioni fenomeniche, in altri termini, uomo e terra insieme/indissolubili.
A.C. Simonini
Castelfranco Emilia, gennaio 1978